Comacchio
19 Dicembre 2018
Ingiurie sempre più personali appesantiscono il clima teso ed elettrico nella cittadina lagunare in pieno terremoto Cercom

Scritte contro sindaco e giunta. Fabbri: “Odio che attira odio, è una spirale”

di Redazione | 2 min

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Processo a Estense.com, Fabbri sentito in aula

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di Giuseppe Malatesta

Comacchio. Inizia a preoccupare l’escalation di insulti indirizzati al sindaco Marco Fabbri (e ora anche alla sua giunta) da ignoti che continuano a imbrattare i muri di proprietà pubbliche e private, nel capoluogo come ai Lidi, con ingiurie sempre più personali che appesantiscono il clima teso ed elettrico della cittadina lagunare in pieno terremoto Cercom.

Proprio la connessione tra la battaglia contro la ‘Fabbrica delle Polveri’ e i murales è servita su un piatto d’argento: nonostante il Comitato No fabbrica continui a dichiarare la propria estraneità, il collegamento è infatti facilitato dal fatto che i primi murales ingiuriosi erano comparsi in occasione del presidio dei No Cercom davanti ai cancelli del vecchio stabilimento di via Marina. Ma proprio l’associazione ‘elementare’ tra murales e No Cercom rende i contorni della vicenda ancora più incerti.

Non è escluso che i responsabili siano da ricercare tra chi ha maturato, in queste settimane, una certa insofferenza per le scelte dell’amministrazione comunale sul tema, in una comunità lacerata dal dibattito sulla nuova fabbrica. Tuttavia si resta nel campo delle supposizioni, e per ora la parte lesa, quindi la quadra di Marco Fabbri, evita di puntare il dito, condannando più genericamente “chi non ha argomenti ed è obbligato a manifestare la propria pochezza in modo anonimo, danneggiando proprietà altrui, magari al buio”.

Parole dell’assessore Robert Bellotti, tra l’altro preso di mira sulle pagine social da pesanti minacce alla sua incolumità fisica. Il sindaco intanto, sulla sua pagina personale, riflette sull’“odio che attira odio, è una spirale, e non si è fermata. L’importante non è la caduta. È l’atterraggio”, ma non manca chi, tra i sostenitori della squadra di governo, collega senza mezzi termini i No Cercom alle ingiurie scritte sui muri, vedendo quindi coincidenza tra i detrattori della fabbrica e detrattori di sindaco e giunta.

Che la connessioni sia reale o fantasiosa, l’auspicio di tutti i soggetti coinvolti o chiamati in causa resta in ogni caso quello che il clima generale, tra i Trepponti e il bagnasciuga dei 7 lidi, si alleggerisca e faccia spazio ad un confronto più civile e sereno possibile sul futuro della città.

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